Le impressioni e le considerazioni di un
amico economista:
Ernesto Veronesi
Caro Eduardo,
stamani nelle prime ore del giorno ho completato
la lettura del tuo Misa Campesina. Mentre
leggevo ho visto lo spettacolo, sempre affascinante,
dell’alba, ma questa volta non era quella
fisica del nostro mondo, ma quella umana
che tu descrivevi, come la puo’ descrivere
chi e’ capace di agire secondo la citazione
di Norberto Bobbio.
Grazie, quindi, dell’emozione che mi hai
dato. Nella prima parte ho avuto la sensazione
che le tue categorie logiche fossero simili
a quelle del CHE nel suo ultimo diario prima
di essere assassinato. Nell’ultima parte
le tue considerazioni e quelle dei compagni
nicaraguesi, ben si attagliano agli ultimi
anni della nostra sinistra italiana, che
ha perso non per maggiore capacita’ degli
altri, ma per sua intima colpa. Evidentemente
di Bobbio si sono dimenticati e forse non
lo hanno mai frequentato. Certamente si sono
dimenticati dell’insegnamento di Federico
Caffe’ sull’economia del benessere. Oggi
sento parlare di economia sociale di mercato.
Una vera e propria contraddizione in termini,
roba da saltimbanchi.
Dove sta la socialita’ se l’economia di mercato
si basa sul prezzo ed il prezzo e’ strettamente
legato alle capacita’ economiche della domanda?.
Non ho nessuna preoccupazione sul fatto che
se uno vuole una BMV se la paga, ho molta
preoccupazione che un cittadino si debba
pagare uno stent coronario, posto che questo
sia realmente necessario e qui c’e’ il problema
dell’autoreferenzialita’ medica.
Ciao, Eduardo, sono molto lieto di considerarmi
tuo amico. Un abbraccio,
:-) (Ernesto)
Vignola, 18 giugno 2001
PS. avendo usato termini “pericolosi” questa
mia sara’ catalogata dal Grande Orecchio.
Ma non mi importa, presto saro’ dal Padreterno
e finalmente, de visu, potro’ raccontargli
delle opere terrene dei costruttori del grande
orecchio. Voglio vedere se qualcuno riuscira’
ad entrare.