Il Manifesto 13.5.2001
Una messa amara
Un libro-testimonianza di
Eduardo Missoni
Per chi non ha più 20
anni né 40 il libro di Eduardo Missoni (1) sulla sua esperienza di volontario
nel Nicaragua sandinista è come un bagno di memoria salutare anche se amaro
pensando a come sono andate a finire le cose. In Nicaragua, altrove e da noi.
Ma Misa campesina è buono, non solo per la lettura di una vicenda
personale che scorre via quasi fosse un romanzo, anche per chi fra i 20 e i 40
anni c'è ancora. Perché se in questo tempo il gusto della politica e della
militanza si è andato perdendo nell'inevitabile disincanto, la spinta alla
solidarietà e a quella sua altra faccia che è il volontariato sono pulsioni
presenti e praticate.
Eduardo arriva in Nicaragua che la vittoria della rivoluzione è ancora fresca.
Va nell'interno, alla "montagna" e poi sulla sperduta costa atlantica
dove più dure sono le condizioni della gente ma più forte è la prova a cui -
con spirito molto cattolico ma che non sarebbe diverso se fosse laico - il
giovane (e inesperto) medico italiano vuole sottoporsi. Con insofferenze e
passioni, con dedizione e volontarismo, con paura e gioia.
Il ritorno in Nicaragua, vent'anni dopo, ovvio, è amaro. L'avventura della
rivoluzione sandinista è finita. La Misa campesina a cui assiste a
Managua non è più quella. Il giovane medico è diventato un importante
responsabile della Cooperazione (con cui i rapporti sono inevitabilmente
difficili), ha lavorato per l'Unicef, ha fatto altre esperienze. L'entusiasmo
politico non è più quello di vent'anni fa. Ma resta - e questo è il senso del
libro per i più giovani - la spinta forte e contagiosa verso la solidarietà. (m.m.)