Exposcuola: Amelia Robinson ed Eduardo Missoni trionfano all’expovillage di Baronissi

“L’Italia deve abbandonare l’Iraq e altrettanto devono fare gli Stati Uniti, fautori di una politica ingiusta. La pace non si difende con la guerra”. Parole senza mezzi termini, quelle di Amelia Robinson, ambasciatrice di pace e autentico emblema della lotta contro la discriminazione razziale che ha conquistato ieri (20 ottobre) la platea dell’Expovillage presso il Campus di Baronissi insieme a Eduardo Missoni, presidente dell’Osservatorio Italiano per la salute globale, e al musicista Mauro Pagani.

L’incontro è avvenuto nell’ambito di Exposcuola, il IV Salone del confronto tra le proposte formative dell’Europa e del Mediterraneo incentrato quest’anno sul tema delle frontiere.“Vi saluto in nome di Gandhi, di Martin Luther King e del 90 per cento della popolazione americana contraria all’intervento militare in Iraq – ha detto con grande fermezza alla giovane platea che l’ha applaudita più di una volta – ricordo il mio primo incontro con Martin Luther King in Alabama, la scelta di affiancarlo nella battaglia per i diritti della popolazione nera, l’ostilità che dovemmo subire. La mia frontiera è quella dell’amore, e credo che lo stesso valga per voi”.

La spinosa questione della salute intesa non solo come benessere fisico ma come diritto da condividere è stata al centro dell’intervento di Eduardo Missoni, attualmente docente di un master di salute internazionale presso l’Università Bocconi di Milano e segretario generale dell’organizzazione internazionale scout.

“La dichiarazione di Alma Hata del 1978 si prefiggeva l’obiettivo della salute globale da realizzare nel 2000 – ha ricordato- ma attualmente ben 900 milioni di persone in tutto il mondo non accedono ad alcun servizio sanitario. Di queste ben 50 milioni si trovano negli Stati Uniti, dove il sistema delle assicurazioni è spesso rapace e non risolve il problema. Gli organismi sanitari si stanno impegnando in un’oculata selezione di fondi da destinare alle malattie più gravi, ma occorre ampliare l’orizzonte d’intervento in modo che i governi dei paesi più ricchi si assumano fino in fondo le proprie responsabilità, e noi con loro”. Mauro Pagani ha condiviso in pieno l’atteggiamento propositivo emerso dalla discussione.

“La musica non può voltare le spalle alla realtà che ci circonda, altrimenti la daremmo vinta ai confezionatori di merce. Occorre guardarsi anche dal razzismo nella musica, perché si crede che quello occidentale sia il sistema musicale per eccellenza”. Ospite molto applaudito è stato anche Bruno Tognolini, autore del programma “La melevisione” , che ha discusso con i più giovani dell’approccio alla lettura come mezzo di conoscenza privilegiato.Greenpeace ha inoltre presentato la collana “Un pianeta da salvare”, 4 titoli stampati su carta riciclata al cento per cento e senza l’uso di cloro.
(Foto di Massimo Pica)
20/11/2003

 

 

 

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