Recensioni “Dialogo sullo Scautismo. Pedagogia e organizzazione”

Prof. Antonio Aiello

Per comprendere il profondo significato dell’opera “Dialogo sullo scautismo – Pedagogia e organizzazione” di Eduardo Missoni e Dominique Bénard bisogna forse partire proprio dalla fine e in particolare dalla domanda “Come si può parlare di movimento scout se non si è all’altezza dell’etica scout?” e dall’altra relativa a “come costruire, in prospettiva, il futuro dello scoutismo attualizzandone il messaggio alla luce di quella che è la società contemporanea”. L’opera, quadripartita, analizza diversi aspetti di un’unica questione di base, quindi: cosa significhi essere scout oggi e come divulgare il messaggio scout ai giorni nostri. La forma scelta è quella dialogica che più di ogni altra riesce a meglio divulgare i contenuti e le tematiche trattate (ricordiamo che già Platone preferì divulgare il proprio pensiero in scritti di forma proprio dialogica) anche a chi scout non è ma vuole comunque accingersi a conoscere tale movimento che già nelle intenzioni del suo inventore, il barone inglese Robert Baden-Powell, si poneva il dichiarato intento di lasciare il mondo migliore rispetto a come lo abbiamo trovato: in armonia con sé stessi intanto, con gli altri quindi, con l’ambiente e la natura infine (…) Ciò può essere realizzato solo attraverso un paradosso: distribuire noi per primi la felicità se vogliamo che questa ci ritorni di riflesso”. Attraverso un ampio tracciato diacronico ed un accurato excursus della vita personale dei due protagonisti che procede in parallelo alle evoluzioni che nel corso del tempo anche il mondo scout ha fisiologicamente vissuto, aprendosi sempre più ad una dimensione non individuale, o peggio individualistica, della felicità ma improntata a condivisione, l’opera si caratterizza per la scelta di un lessico scelto, sì, ma che non eccede in tecnicismi rendendola così ampiamente fruibile. Il sottotitolo “Pedagogia e organizzazione” allude, dal canto suo, al metodo di divulgazione della cultura scout: e si badi che il secondo dei due termini del binomio non allude certo ad una “organizzazione” definitiva, strutturata una volta per tutte e che non lascia spazio al cambiamento ma, al contrario, ad un opus in fieri, un work in progress che nell’istante stesso in cui definisce contesti e modalità operative (ri)definisce al contempo anche sé stessa sempre nel tentativo di individuare linee guida condivise. Ed ecco l’importanza non solo di convegni, riunioni, congressi, governance, comitati e conferenze ma più in generale di tutte quelle strutture-ponte (i livelli intermedi regionali, ad esempio) che riescono a fare da tramite tra àmbito locale e linee guida mondiali onde evitare il duplice rischio di dispersione, da una parte, se non si tenesse conto delle tendenze locali e di autoreferenzialità se, all’opposto, il locale non guardasse alle linee guida indicate a livello mondiale: ecco il significato del termine “Glocal” (crasi da Globe + local) come tentativo di armonizzare vicino e lontano, antico e nuovo all’insegna della unità nella diversità in un tempo in cui la struttura verticistica di tipo verticale rischia di essere soppiantata dalla orizzontalità rappresentata dalla rete che riesce sicuramente ad azzerare le distanze fisiche e umane con tutto ciò che, nel bene come nel male, essa comporta. Mai – ribadiscono a più riprese gli autori – si deve perdere di vista l’obiettivo supremo di educare induttivamente soprattutto i giovani scout che vivono la delicatissima fase di transizione dalla preadolescenza all’età adulta che li porterà, in una struttura a cascata, ad essere gli scout adulti di domani. Gli autori ribadiscono, pertanto, in vario modo e a più riprese i concetti cardine di esperienza, cooperazione, dialogo, relazione e solidarietà: in una parola “inclusione”, diremmo oggi. Una ricca bibliografia finale – in cui non possono mancare, fra gli altri, Maria Montessori o il Don Milani degli anni a Barbiana – cui segue un completo “conspectus siglorum” che spiega il significato, uno per uno, di tutti gli acronimi usati nel testo, concludono un’opera particolarmente consigliata non solo per le nuove leve scout ma anche per quanti, scout già da diverso tempo, potranno così rinnovare il perché di una scelta importante sul piano non solo della crescita e dell’arricchimento personale ma anche delle positive ricadute sul piano sociale e dell’aiuto al prossimo che, di riflesso, essa comporta.

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