Il futuro della cooperazione internazionale per la salute in un mondo in crisi

 

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7º Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Tropicale

Torino, 28-30 novembre 2013

Abstract

di Eduardo Missoni

 

Dopo un decennio di attenzione senza precedenti ai temi della salute e di una crescita straordinaria degli aiuti in sanità che ha raggiunto il suo massimo storico nel 2010, i fondi internazionali pubblici e privati per la cooperazione allo sviluppo nel settore della sanità hanno iniziato a decrescere dal 2011, almeno in parte come conseguenza della crisi economica internazionale. Anche l’“architettura degli aiuti” e in generale della governance internazionale dello sviluppo in sanità, come in altri settori, si è sostanzialmente modificata a partire dalla fine degli anni ’90. L’emergenza di nuovi attori globali pubblici e privati, la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi e le alleanze pubblico-privato hanno reso il quadro più complesso e frammentato.

Nonostante le molte energie spese per migliorare l’allineamento degli aiuti alle strategie e alle procedure dei beneficiari, anche attraverso programmi ad approccio settoriale integrato (SWAp) e la creazione di fondi comuni, l’esperienza di molti paesi in via di sviluppo dimostra che gli aiuti per la sanità (come negli altri settori) continuano ad essere erogati in gran parte attraverso iniziative a breve termine, a progetto, ideate e dirette dai donatori e dedicate a specifici temi o malattie (“verticali”) ed in particolare all’HIV/AIDS. Con il risultato di un’elevatissima frammentazione degli aiuti, una crescente inefficienza, una scarsa attenzione alle vere priorità dei beneficiari e un peso gestionale ed economico crescente sui già deboli sistemi dei paesi beneficiari.

Nel contempo la geografia globale della povertà e le condizioni epidemiologiche sono sostanzialmente cambiate. La maggior parte dei poveri del mondo infatti non vive più nei paesi di reddito più basso, ma in paesi a medio reddito obbligando ad un cambiamento nell’orientamento dei fondi. Un’importante transizione epidemiologica ha messo i paesi poveri di fronte ad un doppio carico di malattia aggiungendo alla difficile lotta contro le malattie infettive, l’ancor più difficile controllo delle malattie croniche e nuove sfide alla salute legate al processo di accelerazione della globalizzazione. Intanto si avvicina la scadenza del 2015 per il raggiungimento degli obiettivi del millennio e s’intensifica il dibattito alle nuove priorità globali sulle quali concentrare gli sforzi della comunità internazionale e degli attori transnazionali. Di fronte a questo scenario la cooperazione internazionale va necessariamente ripensata a partire da un uso più efficiente ed efficace delle risorse a disposizione, ivi inclusa l’applicazione da parte di tutti gli attori dei principi della Dichiarazione di Parigi, e un rinnovato approccio di sistema che metta al primo posto le cure primarie per la salute. Tuttavia, senza un’azione coordinata g-locale che promuova la salute come  diritto e ne affronti i determinanti sociali anche a livello di governance, non sarà però possibile affrontare adeguatamente la crisi in atto che, prima ancora che economica è sociale e etica.

 

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