Margherita, filosofa, storica dell’arte, pittrice, terapeuta, è l’ultimo anello di raccordo con la storia dell’antica famiglia dei conti Gabrielli da Gubbio e gelosa custode di quelle memorie, ma anche il punto di arrivo della tradizione artistica tedesca del ramo materno della famiglia. Fusione di culture di cui una Napoli ancora antica e ispiratrice di numerosi artisti d’oltralpe, aveva favorito l’incontro. Inizia lì un “cammino verso l’arte” che da paesaggi mediterranei dai tratti impressionisti, evolve attraverso intime, straordinarie esperienze, verso orizzonti prima sconosciuti, fino alle opere più recenti dove protagonisti sono ormai solo colori e movimenti che originano direttamente dall’anima. E la pittura di Margherita, come le sue altrettanto straordinarie rivelazioni storico-artistiche, ci introducono a una dimensione spirituale che l’umanità deve ancora percorrere.
Affascinato fin da piccolo dai suoi racconti, dalle sue indagini, dalle sue sperimentazioni con i colori, dalle sue intuizioni, dalla purezza del suo lavoro fortunatamente non contaminato dalla trivialità del mercato dell’arte; convinto che difficilmente la sua opera pittorica potrà essere compresa appieno senza conoscere le esperienze e le sensazioni che hanno ispirato i suo quadri più significativi, ho spinto Margherita a darne diretta testimonianza.
Riposto il pennello, le carte e i colori, la zia Margherita torna così a dipingere emozioni.
Nota introduttiva di Eduardo Missoni a: “Cammino verso l’arte” di Margherita Gabrielli