di Antonio Scalini, Centro Studi AGESCI, Sicilia
“Questo libro non è il classico libro sullo scautismo, è un libro PER lo scautismo.”
– Luigi Perollo
Una conversazione intorno al fuoco
Il titolo del libro non mente: “Dialogo sullo scautismo” è davvero un dialogo, e non solo nel senso stilistico. Missoni e Benard si confrontano come due vecchi scout che, seduti attorno a un fuoco di bivacco, si scambiano idee, esperienze, dubbi e intuizioni. La forma colloquiale non riduce la profondità dei temi trattati: anzi, li rende più accessibili, più veri, più “vissuti”.
Tre grandi capitoli per una grande chiacchierata
Il libro si articola in tre sezioni:
- Il Metodo – con riflessioni sui fondamenti pedagogici dello scautismo e le sue applicazioni concrete.
- Il Movimento – dove si affrontano dinamiche culturali, spirituali ed educative, con un occhio critico al rischio che lo scautismo si trasformi in mera organizzazione.
- L’Organizzazione – con analisi lucide sulle strutture associative a livello nazionale e mondiale.
Questa suddivisione permette ai lettori di attraversare lo scautismo non solo come metodo educativo, ma come visione del mondo e modello organizzativo.
Un libro per chi vuole pensare (e agire)
Il valore di questo testo sta soprattutto nella sua intenzionalità trasformativa. Gli autori non vogliono difendere lo scautismo “perché si è sempre fatto così”, ma invitano a ripensarlo in profondità, senza nostalgia, alla luce delle sfide educative di oggi. Offrono intuizioni originali (come l’interessante applicazione del concetto di olone), spunti di etica politica e riflessioni su un’organizzazione più “autoapprendente”, partecipata, radicata nella base e meno verticistica.
Il paragone con il corpo umano è eloquente: se il sistema immunitario dovesse attendere il permesso del cervello per reagire a un’infezione, il corpo collasserebbe. È un monito contro organizzazioni rigide e accentrate, che faticano a rispondere alle esigenze reali dei territori.
Tra pedagogia, politica e spiritualità
Non mancano riflessioni significative sul contributo dello scautismo alla pedagogia generale: un ponte possibile (e auspicabile) tra il Metodo scout e altre esperienze educative. È interessante anche il modo in cui viene affrontato il tema della religiosità scout, con prospettive originali che mettono in discussione approcci consolidati.
Ben argomentato anche il capitolo sull’organizzazione “3G” (gruppo, gente, generazioni), con esempi che toccano da vicino realtà associative come l’AGESCI. Da segnalare la denuncia del pericolo di derive educative “pseudo-militaristiche”, che rischiano di svuotare il Metodo della sua anima liberante.
Il mondo, la federazione e i limiti del presente
Per chi ama la dimensione internazionale dello scautismo, il libro è una miniera. Si parla apertamente di WOSM e delle sue resistenze verso modelli federativi; si propone una visione alternativa, in cui i gruppi scout possano esprimere direttamente idee e proposte, senza il filtro paralizzante dei livelli intermedi.
Il capitolo sul licenziamento del 2007 è la “ciliegina sulla torta” per chi conosce la storia recente del movimento mondiale e ne coglie gli intrecci ancora attuali.
Con uno sguardo al futuro
Il libro lancia una sfida: come può una rete di mezzo milione di gruppi nel mondo essere davvero interattiva, partecipata e autoformante? E come conciliare questa ambizione con la fatica quotidiana dell’impegno educativo locale, che già oggi fatica a sostenere i livelli di zona e regione?
Missoni e Benard non offrono ricette facili. Offrono però strumenti, idee illuminate (come misurare il reale impatto delle partenze, ripensare la presenza scout nei processi democratici, valorizzare le realtà indipendenti…), e soprattutto un metodo per pensare criticamente lo scautismo, senza rinnegarlo.
In sintesi
“Dialogo sullo scautismo” è un libro vivo, scritto per lo scautismo e non solo sullo scautismo. Un testo per capi educatori, responsabili, formatori e per tutti quelli che amano lo scautismo abbastanza da volerlo anche cambiare, per restare fedeli al suo spirito più autentico.