Malnutrizione e obesità: due facce della stessa medaglia

viaSarfatti25I paesi poveri soffrono di entrambi i mali. La causa è la disuguaglianza.

di Eduardo Missoni

Nel mondo 165 milioni di bambini soffrono di denutrizione, con gravi conseguenze sulla salute e sul loro sviluppo. Ogni anno un milione e mezzo di bambini muore di fame.
Ma la maggior parte della popolazione mondiale è ormai sovrappeso o obesa e soffre di malattie collegate a quella condizione, come diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari che costituiscono anche la prima causa di morte a livello mondiale e comportano enormi costi economici e sociali. A differenza di quel che si pensa, oggi l’obesità è un problema che affligge anche i paesi poveri che soffrono dunque del cosiddetto “doppio carico di malattia”. Di fatto la prevalenza di obesità è direttamente legata alla disuguaglianza nella distribuzione del reddito, piuttosto che al Pil di un paese.
Con l’accelerazione della globalizzazione si è modificato il sistema alimentare. Da un lato, la produzione alimentare industrializzata si è orientata in modo crescente all’esportazione, ricercando la massimizzazione dei profitti, con esternalizzazione dei costi sanitari, sociali e ambientali legati a quel modello di produzione (fertilizzanti, pesticidi, ogm, etc.), in contrasto con la necessità di soddisfare prioritariamente i bisogni nutrizionali della popolazione, e mettendo in pericolo le stesse capacità produttive locali. Dall’altro, quelle stesse strategie di mercato hanno modificato consumi e comportamenti alimentari, fin dalla prima infanzia. I cibi sani della coltivazione diretta e dell’elaborazione domestica, sono stati sostituiti da cibi a basso costo, alta densità energetica, resi permanentemente disponibili, saporiti, altamente processati, dannosi per la salute e che creano dipendenza.
L’aumento globale dell’obesità lascia prevedere una futura riduzione della speranza di vita, mentre già si registra un forte aumento della spesa sanitaria e sociale, destinata a crescere ulteriormente a breve e lungo termine.
Sono dunque urgenti politiche pubbliche che diano priorità alla salute e prevedano il controllo sul marketing dei prodotti alimentari dannosi per la salute; il consumo di cibi sani nelle mense pubbliche; uso della leva fiscale per incentivare la produzione e il consumo di cibi sani e disincentivare i cibi e cicli produttivi dannosi. Purtroppo, l’esperienza globale insegna che l’industria tende a contrastare attivamente gli interventi normativi per la salute pubblica, percepiti come ostacoli ai propri interessi commerciali. Indipendentemente dal fatto che si tratti di interventi di tipo soft-law, come nel caso dell’introduzione del Codice internazionale Oms/Unicef sulla commercializzazione dei succedanei del latte materno, o del tipo hard-law, come nel caso della Convenzione quadro sul controllo del tabacco.
Ciò non esclude che anche le iniziative e le strategie industriali di responsabilità sociale d’impresa (csr) e quelle di auto-regolazione del marketing possano giocare un ruolo, ma in generale quelle sono intraprese solo come risposta alle pressioni del mercato (modificata domanda e consumo critico) o per tamponare l’intervento pubblico. Gli approcci di co-regolamentazione pubblico-privata potrebbero anch’essi essere considerati, ma solo a condizione che possa esser garantita l’assenza di conflitti d’interesse e istituiti adeguati meccanismi di trasparenza e vigilanza.

➜ Produzione e consumo locali
In ogni caso, produzione eco-sostenibile e consumo sobrio di cibo sano dovrebbero rappresentare una priorità globale e integrare strategie di regolazione e di educazione a diversi livelli (locale, nazionale e globale). Critica è la necessità di riconoscere le cause strutturali delle diseguaglianze e il loro superamento. La crescente coscienza dell’assoluta insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo e le molteplici esperienze tese a promuovere forme di produzione e consumo locali sono solo un passo nella direzione di un mondo in cui a nessuno manchi il cibo in quantità e qualità adeguate.

Pubblicato su viaSarfatti25 il 13.6.2015

http://www.viasarfatti25.unibocconi.it/notizia.php?idArt=15450

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