“Decrescita” e salute. L’azione locale da sola non è sufficiente. Sono necessarie politiche globali

«Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all’infinito in un mondo finito è un pazzo, oppure un economista» (Kenneth Boulding)

La transizione verso una società della sostenibilità e della decrescita non è possibile senza adeguati meccanismi di governance e di regolazione del mercato
Per una governance globale e nazionale che sostenga la salute, promuova sistemi sanitari equi e sostenibili, è indispensabile l’alleanza tra is4tuzioni e forze sociali nazionali e transnazionali il cui fine sia la promozione della salute come diriTo fondamentale, bene comune e priorità di tuTe le poli4che.

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Il 2015 si avvicina, ma il millennio non è finito. Cosa ne sarà degli obiettivi di sviluppo?

salute5_bassaEduardo Missoni e Giulia Ferrari

A soli tre anni dal 2015, data prefissata per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio (MDG), la comunità internazionale si interroga su quale debba essere l’agenda per lo sviluppo oltre il 2015 (United Nations Development Agenda beyond 2015). Gli MDG hanno rappresentato uno straordinario strumento per catalizzare attenzione e consenso politico a livello globale sui temi dello sviluppo, contribuendo a far crescere il volume degli aiuti allo sviluppo, come riconoscono gli autori di un lungo articolo del Lancet. Tuttavia, l’approccio adottato per la formulazione degli MDG, e di conseguenza le modalità adot- tate per raggiungerli, non sono stati scevri da critiche. Da più parti dunque, l’approssimarsi della scadenza del 2015 è considerata un’eccellente opportunità per la ridefinizione dell’agenda per lo sviluppo e la correzione di quell’approccio, nel metodo e nei contenuti.
La salute è essenziale per il miglioramento delle condizioni di vita e per lo sviluppo, e tre degli otto MDG riguardano direttamente le con- dizioni di salute. In molti Paesi a basso e medio reddito sono stati fatti notevoli progressi in termini di salute nell’ultimo decennio. La mortali- tà infantile e quella materna si sono ridotte a ritmi mai conosciuti in precedenza ed è migliorato il controllo delle principali malattie infetti- ve, come AIDS, malaria e tubercolosi. Ciononostante, è ormai certo che molti Paesi, soprattutto nell’Africa Subsahariana e nell’Asia meri- dionale, non raggiungeranno entro il 2015 le mete stabilite. Il fallimen- to può essere in parte attribuito all’inadeguatezza degli obiettivi e degli indicatori scelti, ma cresce la convinzione che lo sviluppo economico abbia spesso accresciuto le disuguaglianze e le condizioni d’iniquità. Allo stato attuale sono in molti a considerare lacunoso l’attuale sistema di MDG, sostenendo la necessità di ripensare il modello…. Leggi il seguito su www.saluteglobale.it

 

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C’è bisogno di una riforma. Ma di che riforma? L’OMS di fronte alla sfida di una ricollocazione strategica

salute5_bassaEduardo Missoni

Nel corso della storia dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), in più occasioni e da più parti ne è stata sollecitata una rifor- ma. In occasione di ogni elezione di un nuovo Direttore generale (DG) le riviste scientifiche più attente alla vita dell’OMS ne hanno esaminato i punti deboli e individuato i cambiamenti necessari nella speranza che la nuova direzione potesse darvi in qualche modo attuazione. Ogni volta sono riemerse in buona parte le stesse questioni e si sono con- frontati interessi contrapposti non molto diversi da quelli che già in- fluenzarono il dibattito all’epoca della costituzione dell’OMS. Oggi però lo scenario globale è profondamente cambiato.

Con l’accelerazione del processo di globalizzazione e l’affermarsi dell’ideologia neoliberista si è assistito alla deregolamentazione e liberalizzazione dei regimi commerciali e alla riduzione ai minimi termini dello stato sociale. Le condizioni locali di vita e di salute sono sempre più influenzate da determinanti molto remoti, dal marketing aggressivo delle industrie (tabacco, alcol, alimenti e bevande poco sane, eccetera), dal deterioramento ambientale e dalla precarizzazione del lavoro prodotti di quel modello economico, e sono rese ancor più incerte per la maggior parte della popolazione mondiale dalla privatizzazione dei servizi sanitari e sociali, nonché dalla mercificazione di beni e servizi essenziali, quali l’acqua o la rete elettrica. La salute, dunque, non dipende più solo dalle condizioni di un paese, ma da forze globali che agiscono al di fuori del controllo dei singoli Stati, tanto da divenire og- getto della politica estera al pari di altre questioni globali quali la sicu- rezza, la sostenibilità dello sviluppo, la governance democratica e i diritti umani.2
Per il suo mandato originario di autorità direttiva e di coordinamento sanitario internazionale, l’OMS dovrebbe essere in prima linea nell’affermazione e difesa del diritto alla salute. Pur trovandosi di fronte a dinamiche per le quali probabilmente non era stata progettata,3 è pur tuttavia dotata degli strumenti normativi e regolatori per farlo….. Leggi il seguito e scarica l’articolo completo su www.saluteglobale.it

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A new book: “Education in Global Health Policy and Management”

Copertina_solo_primaedited by Eduardo Missoni and Fabrizio Tediosi

Global health has been increasingly recognized as a key element of sustainable development. The recent increase in the number of public and private global health actors and the complex global governance for health boosted the need for professionals who combine a thorough understanding of health-related challenges with multidisciplinary training in social sciences, economics, and management. In the past few years, this has led, not only to the mushrooming of courses dedicated to global health, but also academic degrees in global health.
By reviewing a recent attempt to innovate the educational offerings in global health policy and management by a consortium of academic institutions in Italy, the book analyzes the recent trends in global health education.
The book concludes that while global health and development is certainly an emerging area in the higher education systems of many countries, international offerings in graduate programs are still highly dominated by those taught in medical schools, often failing to combine health sciences with economic, social, and management sciences.  The multidisciplinary nature of global health education programs should be improved.

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La creazione dell’OMS e sessant’anni di sfide tra ideale e realpolitik

salute5_bassadi Eduardo Missoni

Subito dopo la Seconda guerra mondiale, nel 1945, a San Francisco, la Conferenza delle nazioni unite sull’Organizzazione internazionale votò la costituzione di una nuova organizzazione sanitaria internazionale. Un anno dopo a New York la Conferenza sanitaria internazionale ap- provò la Costituzione della nuova organizzazione denominata Orga- nizzazione mondiale della sanità (OMS): un’organizzazione interna- zionale a base universale coordinata con l’Organizzazione delle nazioni unite (ONU), cui venne riconosciuta la qualifica di istituto specializza- to ai sensi della Carta dell’ONU. Si trattava del punto di arrivo di un percorso non sempre facile ed è importante identificarne i passaggi più critici per comprendere alcuni problemi strutturali che hanno spesso condizionato in seguito le attività dell’OMS e che in parte si ripropongono oggi nel processo di riforma… Leggi il seguito su www.saluteglobale.it

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Let’s be “citizens of the world” (not consumers)

This is part of a longer interview released to Andrew Krivosheev in October 2012 on Rhodes Island on occasion of the “World Public Forum” Dialogue of Civilizations.

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7th of July 1965 – My Scout Promise

2Scouting was very important for me. Since the 7th of July 1965, the day of my Scout Promise, I continue to do my best to build a better world.  In this picture, 10 years later, in the mountains of the alpine Seriana valley as a troop leader I received other three young boys in the world scout family. The Scout commitment is forever. Unfortunately for too many boys and girls it remains a transitory engagement. Some of those, once adults forget that commitment and only obey to their private interests or look for personal advantage. Becoming a  Scout is a daily work, which starts on the day of the Promise, but is for life.  To be a Scout it is not enough to be a member of an organization which defines itself scout; nor it is enough having “taken” the Promise. To be a Scout is living up to that Promise. Let me thank those ho showed me the Road. Thanks to those who walked on my side along that Road for some time.  Bonne Route to all Scouts (with a capital “S”).

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Don Andrea Gallo sullo Scoutismo

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Aiuti allo sviluppo. La scelta canadese fa riflettere

L’agenzia canadese per lo sviluppo internazionale (CIDA) fin qui guidata da un ministro ad hoc  (Ministro della Cooperazione Internazionale) verrà dunque accorpata in un ministero degli esteri rinominato,  per l’appunto, Dipartimento degli affari esteri, il commercio e lo sviluppo (in Canada i ministeri sono denominati dipartimenti). La rivista Vita ne dà la notizia con un articolo di Gabriella Meroni che riporta anche le reazioni favorevoli di chi sostiene che si tratti di una scelta opportuna data l’inefficacia degli aiuti e quindi l’inutilità dell’agenzia.

La scelta canadese offre almeno due spunti di riflessione. Il primo, sull’efficacia degli aiuti, s’inquadra in una più generale discussione sulla finalità e le modalità della cooperazione internazionale allo sviluppo. Il secondo, assume particolare rilevanza nel dibattito riavviatosi in Italia nella scorsa legislatura circa la configurazione istituzionale più adeguata alla formulazione e gestione di quelle politiche in un’auspicabile ripresa del processo di riforma del settore.

Per quanto riguarda l’efficacia, …. leggi oltre

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Golpe

Seconda parte dell’intervista raccolta dal Raid Risoluzione della sezione ASSORAIDER di Milano 2 a Eduardo Missoni, segretario generale dell’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout dal 2004 al 2007.

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