Best wishes!

Christmas 2013 – New Year 2014

Best wishes!

Dear friends,

an increasing number among the youngest of you wish to orient their professional commitment toward something socially useful, something giving a deep ethical sense to their future work.
Others are engaged since many years in the building of a better world; they are never tired to struggle and continue to open new paths.

The world is not as we would like it to be. Much more than economic, the current crisis is social, cultural, environmental and moral. Powerful personal and private interests continue to put in danger the future of the majority of the world population and of the Planet itself.
It is more necessary and urgent than ever to invert the direction imposed by a system based on competition and individualism, greed and abuse, indiscriminate consumption, foolish exploitation of natural resources and a criminal environmental pollution.  Aiming at an unsustainable economic growth and measuring results with macroeconomic indicators, the real needs of the people and the values of human coexistence are put aside.

Therefore my wishes are for cooperation, solidarity, joint commitment in search of new ways to build a world where there will be space and care for all, including  for future generations.
It will give us joy to think that we are creating together that different possible world.

Best wishes!

Eduardo
www.eduardomissoni.info

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Il futuro della cooperazione internazionale per la salute in un mondo in crisi

 

torino_simet

7º Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Tropicale

Torino, 28-30 novembre 2013

Abstract

di Eduardo Missoni

 

Dopo un decennio di attenzione senza precedenti ai temi della salute e di una crescita straordinaria degli aiuti in sanità che ha raggiunto il suo massimo storico nel 2010, i fondi internazionali pubblici e privati per la cooperazione allo sviluppo nel settore della sanità hanno iniziato a decrescere dal 2011, almeno in parte come conseguenza della crisi economica internazionale. Anche l’“architettura degli aiuti” e in generale della governance internazionale dello sviluppo in sanità, come in altri settori, si è sostanzialmente modificata a partire dalla fine degli anni ’90. L’emergenza di nuovi attori globali pubblici e privati, la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi e le alleanze pubblico-privato hanno reso il quadro più complesso e frammentato.

Nonostante le molte energie spese per migliorare l’allineamento degli aiuti alle strategie e alle procedure dei beneficiari, anche attraverso programmi ad approccio settoriale integrato (SWAp) e la creazione di fondi comuni, l’esperienza di molti paesi in via di sviluppo dimostra che gli aiuti per la sanità (come negli altri settori) continuano ad essere erogati in gran parte attraverso iniziative a breve termine, a progetto, ideate e dirette dai donatori e dedicate a specifici temi o malattie (“verticali”) ed in particolare all’HIV/AIDS. Con il risultato di un’elevatissima frammentazione degli aiuti, una crescente inefficienza, una scarsa attenzione alle vere priorità dei beneficiari e un peso gestionale ed economico crescente sui già deboli sistemi dei paesi beneficiari.

Nel contempo la geografia globale della povertà e le condizioni epidemiologiche sono sostanzialmente cambiate. La maggior parte dei poveri del mondo infatti non vive più nei paesi di reddito più basso, ma in paesi a medio reddito obbligando ad un cambiamento nell’orientamento dei fondi. Un’importante transizione epidemiologica ha messo i paesi poveri di fronte ad un doppio carico di malattia aggiungendo alla difficile lotta contro le malattie infettive, l’ancor più difficile controllo delle malattie croniche e nuove sfide alla salute legate al processo di accelerazione della globalizzazione. Intanto si avvicina la scadenza del 2015 per il raggiungimento degli obiettivi del millennio e s’intensifica il dibattito alle nuove priorità globali sulle quali concentrare gli sforzi della comunità internazionale e degli attori transnazionali. Di fronte a questo scenario la cooperazione internazionale va necessariamente ripensata a partire da un uso più efficiente ed efficace delle risorse a disposizione, ivi inclusa l’applicazione da parte di tutti gli attori dei principi della Dichiarazione di Parigi, e un rinnovato approccio di sistema che metta al primo posto le cure primarie per la salute. Tuttavia, senza un’azione coordinata g-locale che promuova la salute come  diritto e ne affronti i determinanti sociali anche a livello di governance, non sarà però possibile affrontare adeguatamente la crisi in atto che, prima ancora che economica è sociale e etica.

 

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Università e Cooperazione allo Sviluppo – per un libro bianco del CUCS

Video presentato a Genova il 14 Novembre in occasione del IV Congresso Nazionale SPeRA. L’intervento programmato in sede Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo (CUCS) propone la pubblicazione di un “libro bianco” sullo stato della Cooperazione Universitaria allo Sviluppo.

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“Decrescita” e salute. L’azione locale da sola non è sufficiente. Sono necessarie politiche globali

«Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all’infinito in un mondo finito è un pazzo, oppure un economista» (Kenneth Boulding)

La transizione verso una società della sostenibilità e della decrescita non è possibile senza adeguati meccanismi di governance e di regolazione del mercato
Per una governance globale e nazionale che sostenga la salute, promuova sistemi sanitari equi e sostenibili, è indispensabile l’alleanza tra is4tuzioni e forze sociali nazionali e transnazionali il cui fine sia la promozione della salute come diriTo fondamentale, bene comune e priorità di tuTe le poli4che.

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Il 2015 si avvicina, ma il millennio non è finito. Cosa ne sarà degli obiettivi di sviluppo?

salute5_bassaEduardo Missoni e Giulia Ferrari

A soli tre anni dal 2015, data prefissata per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio (MDG), la comunità internazionale si interroga su quale debba essere l’agenda per lo sviluppo oltre il 2015 (United Nations Development Agenda beyond 2015). Gli MDG hanno rappresentato uno straordinario strumento per catalizzare attenzione e consenso politico a livello globale sui temi dello sviluppo, contribuendo a far crescere il volume degli aiuti allo sviluppo, come riconoscono gli autori di un lungo articolo del Lancet. Tuttavia, l’approccio adottato per la formulazione degli MDG, e di conseguenza le modalità adot- tate per raggiungerli, non sono stati scevri da critiche. Da più parti dunque, l’approssimarsi della scadenza del 2015 è considerata un’eccellente opportunità per la ridefinizione dell’agenda per lo sviluppo e la correzione di quell’approccio, nel metodo e nei contenuti.
La salute è essenziale per il miglioramento delle condizioni di vita e per lo sviluppo, e tre degli otto MDG riguardano direttamente le con- dizioni di salute. In molti Paesi a basso e medio reddito sono stati fatti notevoli progressi in termini di salute nell’ultimo decennio. La mortali- tà infantile e quella materna si sono ridotte a ritmi mai conosciuti in precedenza ed è migliorato il controllo delle principali malattie infetti- ve, come AIDS, malaria e tubercolosi. Ciononostante, è ormai certo che molti Paesi, soprattutto nell’Africa Subsahariana e nell’Asia meri- dionale, non raggiungeranno entro il 2015 le mete stabilite. Il fallimen- to può essere in parte attribuito all’inadeguatezza degli obiettivi e degli indicatori scelti, ma cresce la convinzione che lo sviluppo economico abbia spesso accresciuto le disuguaglianze e le condizioni d’iniquità. Allo stato attuale sono in molti a considerare lacunoso l’attuale sistema di MDG, sostenendo la necessità di ripensare il modello…. Leggi il seguito su www.saluteglobale.it

 

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C’è bisogno di una riforma. Ma di che riforma? L’OMS di fronte alla sfida di una ricollocazione strategica

salute5_bassaEduardo Missoni

Nel corso della storia dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), in più occasioni e da più parti ne è stata sollecitata una rifor- ma. In occasione di ogni elezione di un nuovo Direttore generale (DG) le riviste scientifiche più attente alla vita dell’OMS ne hanno esaminato i punti deboli e individuato i cambiamenti necessari nella speranza che la nuova direzione potesse darvi in qualche modo attuazione. Ogni volta sono riemerse in buona parte le stesse questioni e si sono con- frontati interessi contrapposti non molto diversi da quelli che già in- fluenzarono il dibattito all’epoca della costituzione dell’OMS. Oggi però lo scenario globale è profondamente cambiato.

Con l’accelerazione del processo di globalizzazione e l’affermarsi dell’ideologia neoliberista si è assistito alla deregolamentazione e liberalizzazione dei regimi commerciali e alla riduzione ai minimi termini dello stato sociale. Le condizioni locali di vita e di salute sono sempre più influenzate da determinanti molto remoti, dal marketing aggressivo delle industrie (tabacco, alcol, alimenti e bevande poco sane, eccetera), dal deterioramento ambientale e dalla precarizzazione del lavoro prodotti di quel modello economico, e sono rese ancor più incerte per la maggior parte della popolazione mondiale dalla privatizzazione dei servizi sanitari e sociali, nonché dalla mercificazione di beni e servizi essenziali, quali l’acqua o la rete elettrica. La salute, dunque, non dipende più solo dalle condizioni di un paese, ma da forze globali che agiscono al di fuori del controllo dei singoli Stati, tanto da divenire og- getto della politica estera al pari di altre questioni globali quali la sicu- rezza, la sostenibilità dello sviluppo, la governance democratica e i diritti umani.2
Per il suo mandato originario di autorità direttiva e di coordinamento sanitario internazionale, l’OMS dovrebbe essere in prima linea nell’affermazione e difesa del diritto alla salute. Pur trovandosi di fronte a dinamiche per le quali probabilmente non era stata progettata,3 è pur tuttavia dotata degli strumenti normativi e regolatori per farlo….. Leggi il seguito e scarica l’articolo completo su www.saluteglobale.it

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A new book: “Education in Global Health Policy and Management”

Copertina_solo_primaedited by Eduardo Missoni and Fabrizio Tediosi

Global health has been increasingly recognized as a key element of sustainable development. The recent increase in the number of public and private global health actors and the complex global governance for health boosted the need for professionals who combine a thorough understanding of health-related challenges with multidisciplinary training in social sciences, economics, and management. In the past few years, this has led, not only to the mushrooming of courses dedicated to global health, but also academic degrees in global health.
By reviewing a recent attempt to innovate the educational offerings in global health policy and management by a consortium of academic institutions in Italy, the book analyzes the recent trends in global health education.
The book concludes that while global health and development is certainly an emerging area in the higher education systems of many countries, international offerings in graduate programs are still highly dominated by those taught in medical schools, often failing to combine health sciences with economic, social, and management sciences.  The multidisciplinary nature of global health education programs should be improved.

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La creazione dell’OMS e sessant’anni di sfide tra ideale e realpolitik

salute5_bassadi Eduardo Missoni

Subito dopo la Seconda guerra mondiale, nel 1945, a San Francisco, la Conferenza delle nazioni unite sull’Organizzazione internazionale votò la costituzione di una nuova organizzazione sanitaria internazionale. Un anno dopo a New York la Conferenza sanitaria internazionale ap- provò la Costituzione della nuova organizzazione denominata Orga- nizzazione mondiale della sanità (OMS): un’organizzazione interna- zionale a base universale coordinata con l’Organizzazione delle nazioni unite (ONU), cui venne riconosciuta la qualifica di istituto specializza- to ai sensi della Carta dell’ONU. Si trattava del punto di arrivo di un percorso non sempre facile ed è importante identificarne i passaggi più critici per comprendere alcuni problemi strutturali che hanno spesso condizionato in seguito le attività dell’OMS e che in parte si ripropongono oggi nel processo di riforma… Leggi il seguito su www.saluteglobale.it

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Let’s be “citizens of the world” (not consumers)

This is part of a longer interview released to Andrew Krivosheev in October 2012 on Rhodes Island on occasion of the “World Public Forum” Dialogue of Civilizations.

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7th of July 1965 – My Scout Promise

2Scouting was very important for me. Since the 7th of July 1965, the day of my Scout Promise, I continue to do my best to build a better world.  In this picture, 10 years later, in the mountains of the alpine Seriana valley as a troop leader I received other three young boys in the world scout family. The Scout commitment is forever. Unfortunately for too many boys and girls it remains a transitory engagement. Some of those, once adults forget that commitment and only obey to their private interests or look for personal advantage. Becoming a  Scout is a daily work, which starts on the day of the Promise, but is for life.  To be a Scout it is not enough to be a member of an organization which defines itself scout; nor it is enough having “taken” the Promise. To be a Scout is living up to that Promise. Let me thank those ho showed me the Road. Thanks to those who walked on my side along that Road for some time.  Bonne Route to all Scouts (with a capital “S”).

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