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Aiuti allo sviluppo. La scelta canadese fa riflettere
L’agenzia canadese per lo sviluppo internazionale (CIDA) fin qui guidata da un ministro ad hoc (Ministro della Cooperazione Internazionale) verrà dunque accorpata in un ministero degli esteri rinominato, per l’appunto, Dipartimento degli affari esteri, il commercio e lo sviluppo (in Canada i ministeri sono denominati dipartimenti). La rivista Vita ne dà la notizia con un articolo di Gabriella Meroni che riporta anche le reazioni favorevoli di chi sostiene che si tratti di una scelta opportuna data l’inefficacia degli aiuti e quindi l’inutilità dell’agenzia.
La scelta canadese offre almeno due spunti di riflessione. Il primo, sull’efficacia degli aiuti, s’inquadra in una più generale discussione sulla finalità e le modalità della cooperazione internazionale allo sviluppo. Il secondo, assume particolare rilevanza nel dibattito riavviatosi in Italia nella scorsa legislatura circa la configurazione istituzionale più adeguata alla formulazione e gestione di quelle politiche in un’auspicabile ripresa del processo di riforma del settore.
Per quanto riguarda l’efficacia, …. leggi oltre
Pubblicato in Cooperazione allo sviluppo
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Golpe
Seconda parte dell’intervista raccolta dal Raid Risoluzione della sezione ASSORAIDER di Milano 2 a Eduardo Missoni, segretario generale dell’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout dal 2004 al 2007.
Pubblicato in Scoutismo
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La privatizzazione della salute globale
Intervista di Gianluca Cafagna.
Il Professor Missoni aiuta a far luce sul “perché” e sul “come” i nuovi attori globali, come alcuni rappresentanti della filantropia e le partnerships pubblico-privato, influenzano le politiche e i programmi di salute globale, limitando l’attività di promozione di politiche regolatorie e linee guida da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Pubblicato in Organizzazione Mondiale della Sanità, Salute Globale
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Come si diventa Segretario Generale dello Scoutismo Mondiale
Prima parte dell’intervista raccolta dal Raid Risoluzione della sezione ASSORAIDER di Milano 2 a Eduardo Missoni, segretario generale dell’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout dal 2004 al 2007.
Pubblicato in Scoutismo
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Auguri! Felicidades! Best Wishes!
Natale 2012 – Capodanno 2013
Navidad 2012 – Año Nuevo 2013
(Texto en español más abajo)
Care amiche e cari amici,
il Natale è momento di riflessione e rinnovata speranza per la cristianità, ma intorno a quest’epoca dell’anno è divenuto universale lo scambio di auguri. Il mezzo di trasmissione è globale, ma la condivisione vuole essere personale perché a ciascuna/o di voi mi lega un tratto più o meno lungo di Strada percorsa; a volte solo pochi passi.
“É a piccoli passi che si procede verso le grandi realizzazioni” scrivevo molti anni fa progettando il futuro con amici altrettanto convinti di voler “lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato”. Ogni volta che mi fermo a riflettere sul presente, mi chiedo dubbioso se ci siamo riusciti al di là del nostro intorno immediato. Mi consola pensare che ognuna/o di noi ha fatto “del proprio meglio”. D’altra parte a quanti hanno ricevuto il dono di saper analizzare criticamente la realtà e i talenti per cambiarla, spetta inevitabilmente una maggiore responsabilità sociale.
L’augurio è ancora una volta di poterci assumere tutti quella responsabilità, per costruire insieme comunità locali, nazionali e globali che riconoscano i diritti e i valori di ogni persona e nessuno sia lasciato fuori.
Auguri!
Eduardo
www.eduardomissoni.info
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Queridas amigas, queridos amigos,
la Navidad es un momento de reflexión y renovada esperanza para la cristiandad, pero en este periodo del año se ha vuelto universal el desearse felicidades. El medio es global, pero el compartir es personal porque a cada una/uno de ustedes me une una parte más o menos larga del Camino hecho; a veces sólo unos pocos pasos.
“Es por pequeños pasos que se alcanzan los logros más grandes” escribía hace muchos años, cuando construía proyectos de futuro con unos amigos igualmente convencidos de querer “dejar el mundo un poco mejor de como lo encontramos” . Cada vez que reflexiono sobre el presente, me pregunto dudoso si lo hemos logrado más allá de nuestro entorno más próximo. Mi consuelo es pensar que cada una/o de nosotros ha hecho “todo lo que de ella/él dependa”. Por otro lado, quienes recibieron el don de saber analizar críticamente la realidad y también los talentos para cambiarla, tienen inevitablemente una mayor responsabilidad social.
Mi deseo es – una vez más – que todas/todos podamos asumirnos esa responsabilidad, para construir juntos comunidades locales, nacionales y globales donde se reconozcan los derechos y el valor de todas y cada una de las personas y donde no se deje afuera a nadie.
Felicidades!
Eduardo
www.eduardomissoni.info
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Una nuova organizzazione per la salute globale: l’OMS
Il ruolo dell’Oms è stato messo a dura prova negli ultimi anni dal rapido modificarsi dello scenario globale, con nuove priorità sanitarie e con l’emergere di nuove forme di collaborazione pubblico-privato, con annessi conflitti di interesse. Una riforma è dunque necessaria, ma non tutti sembrano volerla. Eppure il suo ruolo guida è insostituibile. Passa però da provvedimenti per la qualità della gestione e la stabilità finanziaria dell’organizzazione, dal recupero di sostegno e fiducia degli Stati membri, dalla drastica riduzione della dipendenza dal settore privato.
Il 26 maggio si sono conclusi a Ginevra i lavori della sessantacinquesima Assemblea mondiale della sanità, massimo organo dell’Organizzazione mondiale della sanità. L’Oms è l’agenzia specializzata della Nazioni Unite cui nel 1948 si assegnò l’obiettivo del “raggiungimento per tutte le popolazioni del più alto livello possibile di salute”, assicurandole a tal fine considerevoli poteri normativi e il mandato “di agire come l’autorità di direzione e coordinamento del lavoro internazionale in salute”. (1)
LE NUOVE SFIDE
Un ruolo messo a dura prova soprattutto negli ultimi anni dal rapido modificarsi dello scenario globale sia in termini di priorità sanitarie, sia sul piano della governance. ...leggi oltre...
Pubblicato in Organizzazione Mondiale della Sanità, Salute Globale
Contrassegnato Organizzazione Mondiale della Sanità, salute globale
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Un esperto di Salute Globale alla guida della Banca Mondiale
Che Jim Yong Kim, il candidato alla presidenza della Banca Mondiale selezionato il 16 aprile 2012 dal Board of Directors della istituzione economica globale, sia proprio quello indicato dal presidente degli Stati Uniti non è una novità. (1) La novità è che il presidente Obama ha proposto un esperto di salute globale, medico e antropologo, non un economista. (2)
CHI È JIM YONG KIM
La settimana precedente la nomina, il Wall Street Journal riferiva della “ribellione” di una “lunga lista di esperti di sviluppo, funzionari governativi e agenzie d’informazione di tutto il mondo” alla notizia della decisione di Obama. (3) A giudizio degli oppositori gli altri due candidati, la ministro delle Finanze nigeriana Ngozi Okonjo-Iweala, e l’ex ministro delle Finanze colombiano José Antonio Ocampo, sarebbero stati più qualificati per quell’incarico, data l’inesperienza di Kim nei temi tipicamente finanziari ed economici della Banca Mondiale. È la prima volta che nella gara, la scelta del candidato viene contestata.
Già professore di medicina sociale e salute globale alla Harvard Medical School, nel 2009 Kim è divenuto il presidente del Dartmouth College. Precedentemente era stato all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) prima come consigliere del direttore generale e poi come direttore del dipartimento per la lotta all’Hiv/Aids. Nel 1987 aveva fondato insieme a Paul Farmer la Ong americana Partners in Health molto nota per i suoi programmi di salute comunitaria in diversi paesi poveri, il primo ad Haiti, e per la sua battaglia per garantire accesso universale alle cure mediche.
Indipendentemente dal suo background professionale, non sono sfuggite le critiche rivolte da Kim in passato contro il modello neoliberale. Nel libro Dying for Growth (Morire per la crescita), pubblicato nel 2000, insieme agli altri curatori dell’opera, Kim criticava la crescita economica come unico mezzo per ridurre la povertà e migliorare la qualità della vita: “L’instancabile ricerca della crescita del Pil e di profitti per l’industria privata ha di fatto peggiorato la vita di milioni di donne e uomini”. (4) Il volume attaccava le radici strutturali delle disuguaglianze in salute globale e indicava nel capitalismo, in particolare nel neoliberismo, e in quelle politiche di sviluppo la causa dell’impatto negativo sulla salute.
Attività e produzione scientifica di Kim si concentrarono poi in gran parte su Aids e tubercolosi e in particolare sull’accesso alle terapie per far fronte a queste patologie, mettendo spesso in relazione quei temi con la giustizia sociale…. (Leggi oltre )
Pubblicato in Banca Mondiale, Salute Globale
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7 aprile – Giornata Mondiale della Sanità – Vita sana per aggiungere anni alla vita
Il 7 aprile è la Giornata mondiale della salute, che coincide con l’anniversario della costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che compie quest’anno 64 anni. “La buona salute aggiunge anni alla vita” è il tema associato alla giornata quest’anno dedicata all’invecchiamento.
E “Invecchiare bene: una priorità globale” è il titolo dell’editoriale che il Lancet dedica a questa ricorrenza.
A livello globale, stiamo invecchiando. Tra non più di cinque anni, per la prima volta nella storia, il numero di persone dai 65 anni di età supererà quello dei bambini di età inferiore a 5 anni. I progressi della medicina, lo sviluppo socio-economico, e la fertilità in calo hanno contribuito a questo cambiamento demografico, e i paesi devono adattarsi a questo cambiamento in modo positivo e inclusivo. L’invecchiamento della popolazione è spesso visto in termini negativi e gli anziani come un peso per la società, esso dovrebbe invece essere visto – scrive il Lancet – come qualcosa da celebrare. Le persone anziane possono infatti ancora dare un significativo contributo alla società attraverso le loro esperienze e conoscenze, all’interno delle famiglie e attraverso il lavoro sia retribuito e non retribuito. Purtroppo la maggior parte degli anziani non riceve le cure necessarie per prevenire malattie croniche – come quelle cardiovascolari – evitabili o controllabili. Inoltre, più di 250 milioni di persone anziane in tutto il mondo, sono affetti da disabilità da moderata a grave, come diminuzione della vista, demenza, perdita dell’udito e artrosi. E si stima che ogni anno 28-35% degli anziani soffrono delle conseguenze di cadute. Anche maltrattamento degli anziani è un serio problema di salute, che in gran parte sfugge alle statistiche perché non dichiarato.
Nell’odierna Giornata Mondiale della Salute, l’OMS intende farsi dunque promotrice di un invecchiamento sano e attivo, basato su comportamenti salutari, ambienti sani e cure preventive in tutte le età per prevenire lo sviluppo di malattie croniche. Insomma, mobilitandosi per un invecchiamento sano per tutti, l’OMS rilancia così l’obiettivo di altri tempi della “salute per tutti”: correva l’anno 1978 e ci si era impegnati a raggiungerlo per il 2000. Nel frattempo è invecchiata anche l’OMS, ed è in corso un vivace dibattito sulla riforma, che affronterà anche la prossima Assemblea Mondiale della Sanità (in maggio). L’anno prossimo l’OMS farebbe 65 anni, la speranza è che le forze che hanno sempre contrastato l’idea dell’OMS come autorità di coordinamento e direzione della sanità internazionale ed il suo potenziale ruolo regolatore non riescano a mandarla in pensione.
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La Riforma dell’OMS: rischi e opportunità. Un funzionamento politico più sano
The World Health Organization’s overall goal as defined in Article 1 of its Constitution is “the attainment by all peoples of the highest possible level of health”. In order to achieve its objective, the organization was endowed with extensive normative powers “to act as the directing and co-ordinating authority on international health work”. However, in the changing global scenario, the World Health Organization (WHO) has been facing increasing challenges in playing that leading role deriving from its constitutional mandate.
In December 2010 Jack Chow a former assistant director general of WHO, considering the organization as “outmoded, underfunded and overly politicized”, put forward a provoking question: “Is the WHO becoming irrelevant?” (Chow 2010) The first answer came from WHO’s Director General, Dr. Margaret Chan. She explained that given “today’s crowded landscape of public health” leadership cannot be mandated but must be earned through strategic and selective engagement. “WHO can no longer aim to direct and coordinate all of the activities and policies in multiple sectors that influence public health today” she added. (WHO. The future of financing for WHO 2011)
Increased inefficiency of the global health system
On one side, with the acceleration of the globalization process the social determinants of health have been considerably affected by dynamics outside the health sector. On the other, while an unprecedented level of global funding has been directed to health issues over the last two decades, the increase was mostly driven by vertical initiatives for the control of HIV/AIDS and a few other diseases. This was associated with the mushrooming of new organizations and global public-private ventures, bilateral programs and the rise of non-state actors – over all the Bill and Melinda Gates Foundation – that often overshadowed WHO and brought to increased inefficiency of the global health system, an unsustainable fragmentation also at country level, and confusion in global health governance. Finally WHO had to face priority-setting and planning constraints imposed, among others, by the way it is financed.
Regular budgetary funds (RBFs) are provided through a series of assessed contributions from member states calculated biennially according to the UN scale of ability to pay (based on GNP and population). On the basis of the system a small number of high-income countries provide most of WHO’s core funding. Within its regulations, the WHO attempts to maintain autonomy by enforcing the rule that no single country can contribute more than 1/3 of the total RBFs. However, the US remains the largest single source, providing 22% of the RBFs. (Lee 2009)
From the 1950s additional voluntary contributions, i.e. Extrabudgetary Funds (EBFs) came to provide a vital, though highly earmarked, non flexible, source of financing for disease control and eradication programs. In the 1970s EBFs accounted for 20% of total WHO expenditure, with over half of these funds coming from other UN organizations. At least in part in response to the alleged “politicization” of UN agencies such as UNESCO and the International Labour Office (ILO), in 1982 major donors (known as the Geneva group) imposed a policy of zero real growth (adjusting for inflation) to the regular budget of all UN organizations, that remained in place until 1993 when an even more austere zero nominal growth (not inflation adjusted) was introduced. (Lee 2009) In a similar fashion, some of WHO’s initiatives had been strongly opposed. “Health for all” and the Primary Health Care strategy was counteracted by the “Selective PHC”. The International Code of Marketing of Breast-milk Substitutes was adopted with the opposing vote of the United States. Finally, the Essential Drugs Program, harshly opposed by US-based pharmaceuticals companies, led the United States to withhold their contribution to WHO’s regular budget in 1985. (Missoni 2009)…. Read More on MMS Bullettin)
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